lunedì 22 maggio 2017

22 MAGGIO 2017

INCA PARTE 11
I miti delle origini Parte 5

Anche in questo caso Manco nasce in Pacaritambo, da una caverna situata nella collina di Tambutoco, ma assieme a lui sorgono altri tre fratelli e quattro sorelle, tutti usciti dalla finestra centrale, mentre da due aperture laterali prendono vita altre persone destinate a costituire il popolo Inca. Il mito prosegue narrando le vicissitudini di queste genti che si spostano per la contrada cercando delle terre fertili. Durante la loro marcia tre dei fratelli abbandonano la compagnia, uno, di nome Ayar Cache, eliminato per la sua ferocia; un altro, Ayar Ucho, trasformato in pietra a scopi magico-religiosi e il quarto, Ayar Auca autoimmolatosi nella conquista della sede del futuro regno, che avrebbe avuto nome Cuzco. Rimasto solo Manco, ormai chiamato Manco Capac, il possente signore incontrastato, accasatosi con una delle sorelle, Mama Ocllo, avrebbe dato origine alla dinastia Inca.
Garcilaso Inca de la Vega presenta una variante di questo mito assai apprezzata per la forma poetica con cui è stata immortalata nei suoi "Commentarios reales". La coppia primordiale è qui unica, costituita da Manco Capac e da Mama Ocllo e sarebbe nata dalla mitica finestra sulla collina di Tambutoco, generata da Inti, il Sole con il compito di cercare il sito più adatto per fondarvi la futura stirpe degli Inca. A questo scopo avrebbe avuto in dono una verga d'oro con cui saggiare il terreno per provarne la fertilità. Dopo vari tentativi e lunghe peregrinazioni i due sposi, fratello-sorella, sarebbero giunti nella zona del Cuzco dove la verga, appena appoggiata a terra sarebbe sprofondata senza sforzo. Rese grazie al divino genitore, Manco Capac e Mama Ocllo, avrebbero costruito un tempio in suo onore e successivamente attorno a questo sacro edificio avrebbero fondato la futura capitale dello stato inca.
Oltre a questi miti ufficiali che celebravano la maestà degli Inca, gli spagnoli hanno raccolto altre tradizioni meno edificanti che mettevano l'accento piuttosto sull'impostura di Manco Capac, già adombrata nel racconto di Oliva. Secondo queste versioni Manco sarebbe stato il figlio di un capo locale, educato fin dalla fanciullezza a credersi figlio del Sole e avrebbe finito per identificarsi talmente nella parte al punto di dimenticare la sua vera origine. Al momento opportuno, quando cioè sarebbe apparso agli ingenui abitanti dell'altipiano andino, avrebbe impersonato il proprio personaggio con una naturalezza così spontanea da convincere facilmente i suoi futuri sudditi ad accettarlo come sovrano.
Accanto a questo mito, raccolto nelle "Informaciones a Vaca de Castro", esiste anche una variante francamente dispregiativa che sostituisce il genitore di Manco con una fattucchiera di dubbia moralità che lo avrebbe allevato con lo scopo di preparare l'inganno sulla sua nascita aiutandosi con pratiche magiche e ignobili sortilegi. Queste versioni, ovviamente, furono il risultato di racconti attinti presso le etnie nemiche degli Inca e a loro soggette prima dell'arrivo degli spagnoli. Le riporta, tra gli altri, Felipe Guaman Poma de Ayala nella sua Nueva Corónica y Buen Gobierno.


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